Gianluigi Donnarumma ha lasciato il Milan a parametro zero dopo un Europeo vinto da protagonista, con i rigori parati a Morata e agli inglesi in finale, portando i tifosi rossoneri a criticarlo ferocemente per la scelta. Solo nove mesi dopo sembra tutto cambiato, a partire dal disastro della Nazionale.

Il portiere del Paris Saint Germain non è il responsabile dell’eliminazione dal Mondiale, la seconda consecutiva per l’Italia, ma è chiaro che qualcosa sia irrimediabilmente diverso. Tra le critiche che si fanno ai giocatori è di giocare in un campionato poco allenante (come la Serie A, si intende) che non aiuta a tenere la concentrazione: per Donnarumma sarebbe anche peggio, militando in Ligue 1.
Il discorso si allarga fino a comprendere l’eliminazione del PSG dalla Champions League. La prima rete è sicuramente colpa sua e questo lo ha posto sotto il fuoco di fila della critica francese con una sonora bocciatura per un contributo praticamente nullo alla stagione della sua squadra.
In questo modo ci si può chiedere se veramente l’addio di Donnarumma sia stato un vero male per il Milan: senza motivazioni e senza obiettivi è complicato dare il meglio in campo e probabilmente calciatori più “affamati” e disposti a tutto per la maglia sono molto più funzionali al progetto. Per buona pace dei detrattatori.