L’ex tecnico Sacchi, che ha cambiato la storia del Milan e della Serie A con le sue idee rivoluzionarie, continua a rappresentare un punto di riferimento, soprattutto nei momenti di svolta. E in casa rossonera di cambiamenti ce ne sono molti: l’arrivo di Max Allegri in panchina ha infatti acceso dibattiti, aspettative e interrogativi. Sacchi, intervistato dal La Gazzetta dello Sport, ha offerto la sua lettura sul nuovo corso del Milan, valutando con attenzione le prospettive della squadra. L’ex allenatore ha posto l’accento sugli aspetti collettivi e sull’identità di gioco, sottolineando quanto la coerenza tattica sarà determinante per il successo del progetto. Il giudizio si concentra anche sull’organico a disposizione: la rosa rossonera è stata rinforzata in più reparti, ma resta la necessità di trasformare il talento individuale in armonia collettiva. Un concetto che Sacchi ha sempre considerato centrale nella sua visione calcistica. Secondo lui, sarà fondamentale che Allegri sappia trasmettere equilibrio e compattezza, senza perdere l’audacia offensiva che il Milan ha mostrato nelle stagioni recenti.
Le dichiarazioni di Sacchi
“L’ho seguito nel precampionato. La cosa che mi è piaciuta maggiormente è che ha saputo ricompattare l’ambiente dopo le turbolenze della scorsa stagione. Allegri è bravissimo a gestire il gruppo. Sono arrivati nuovi elementi che devono integrarsi. Penso che il principio base su cui si reggerà la squadra sarà la forza della difesa e la rapidità del contropiede. Con gente come Leao e Pulisic bisogna fare così. E poi i rossoneri non avranno le coppe, un gran bel vantaggio come ha dimostrato il Napoli nella passata stagione. Se il Milan può vincere lo scudetto? Può tentare l’impresa, ma non parte di certo come favorito. E, se ci riuscisse, sarebbe appunto un’impresa, cioè un fatto meraviglioso e straordinario che si verifica con poca frequenza”.
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