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Il Milan non ha italiani, ma Pioli si gioca tutto e Leao è in crescita

Il Milan non ha italiani, ma Pioli si gioca tutto e Leao è in crescita
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Con l’avvio del ritiro del Milan, è parso che l’entusiasmo del popolo rossonero non sia scemato, nonostante la prima fase del mercato abbia già stravolto la fisionomia dell’organico

Con l’avvio del ritiro del Milan, è parso che l’entusiasmo del popolo rossonero non sia scemato, nonostante la prima fase del mercato abbia già stravolto la fisionomia dell’organico. Si è finora assistito a uno scontro di sensazioni profondamente diverse. In primis, lo shock gli addii di Maldini e Massara e per quello di Tonali, indubbiamente il giocatore col più alto rendimento nella stagione precedente. Poi, però, gli arrivi di Loftus-Cheek, Romero e le tante voci su altri ingressi (Reijnders io più probabile) hanno generato quanto meno curiosità, forse perché comunque è opinione diffusa che una sterzata ci volesse, anche se nessuno la immaginava così immediata.
Il dibattito attorno al Milan si orienta su tre direttrici, oggi espresse sui quotidiani da articoli di autori dalle posizioni forti e motivate.
1) L’identità italiana se ne va al Diavolo. Il titolo del pezzo di Franco Ordine sul Corriere dello Sport analizza la rosa attuale e conclude che ormai ci sia una certezza: «Mancini non avrà nel Milan un prossimo alleato». Oltre al capitano Calabria, ci sono Pobega (forse in uscita), Gabbia (che vuole giocare di più), Florenzi, Mirante e Colombo. Insomma, va accentuandosi una tendenza che già gli addii di Donnarumma e Romagnoli avevano delineato.
2) Il ruolo crescente di Pioli. Come ben si sa, vincere è possibile, ripetersi è più difficile. Anche il mister del Milan ha conosciuto questa legge. Senza i dirigenti storici, l’idea è che lo spazio di manovra per lui si allarghi. Sul Corriere della Sera, Carlos Passerini scrive che «la vera scommessa è quella della panchina». Perché in questo nuovo contesto l’allenatore dello scudetto «ha tanto da guadagnare, ma anche tanto da perdere. Ed è lui il primo ad esserne consapevole ». Il primo messaggio lanciato è stato molto chiaro: l’urgenza di trovare un sostituto di Tonali. Da lì, potrebbe anche discendere qualche cambio tattico.
3) La certezza Leao. Prima della firma del contratto, era sul portoghese che si appuntavano le maggiori incertezze circa il futuro. Adesso Rafa è certamente la risorsa migliore, quella che può generare sogni. Alberto Cerruti su La Gazzetta dello Sport vede il nuovo numero 10 alla prova della stagione della maturità. Con la fiducia derivante da una constatazione semplice e decisiva: «La sua costante crescita è una garanzia, perché in campionato sono sempre aumentati i numeri delle sue presenze e dei suoi gol». Si riparte da lui, ben sapendo quanto è pesato non averlo in campo nella semifinale d’andata di Champions League e quanto abbia fatto la differenza in precedenza.

calcioNews24.com

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