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Kjaer: “Sono tifoso del Milan, Gabbia il mio erede”

Kjaer: “Sono tifoso del Milan, Gabbia il mio erede”

L’ex difensore rossonero Simon Kjaer, uno dei protagonisti dello scudetto 2021/2022, ha recentemente parlato del Milan in un’intervista alla Gazzetta dello Sport. Dalle sue parole emerge chiaramente quanto fosse legato all’ambiente e ai colori rossoneri. Kjaer ha raccontato che cosa significhi per lui il Milan, ha commentato la squadra attuale, ha parlato dei suoi ex compagni ancora in rosa e anche del derby, che attende il Milan alla ripresa del campionato. Ecco che cosa ha detto.

Le parole di Kjaer

“Io sono tifoso di Milan e Danimarca, alle altre voglio bene: è diverso. I milanisti lo hanno capito. Nel 2022, quando un compagno parcheggiava a Milanello, gli leggevo in faccia la gioia di esserci. La gara con la Lazio diede la spinta decisiva. Ibra creava tensione, in positivo e in negativo. Voleva solo vincere. Pioli è stato molto bravo a capire i momenti, e noi a gestire il casino che Ibra creava. A volte dovevi mettergli una mano sulla spalla e dirgli ‘calma, respira’. Zlatan, però, mi ha insegnato tantissimo“.

Sulla stagione scorsa del Milan:
“Per me ci sono stati troppi cambi. A tutti i livelli. Non dico di più perché dovrei parlare di cose che so dai miei amici, e sono questioni riservate. Certo, sono stato male come tutti i tifosi e ora sto molto meglio“.

Sul Milan attuale di Allegri:
“È tornato a essere il Milan. Se porti Modric e Rabiot, torni ad avere esperienza… e l’esperienza è una delle cose più sottovalutate oggi. Per me può vincere lo scudetto perché ha un allenatore giusto. Adesso sai chi comanda. Lo scorso anno, non lo so“.

Su Gabbia:
“Sì, è il mio erede, gli voglio bene. Difficile trovare un giocatore più professionale: è pronto a sacrificarsi per il Milan“.

Su Leao:
“Sì, ha senso chiedergli di più, glielo chiedo anche io. Rafa può essere uno dei migliori al mondo. Se solo imparasse un po’ da Gabbia… Dembélé ha vinto il Pallone d’Oro e Rafa può essere allo stesso livello. Deve sviluppare un 1% al giorno. Per me non è capace di farlo da solo, pochi ci riescono. Ha bisogno di un allenatore e di una società che lo aiutino. Ha 26 anni e a 29 sarà troppo tardi: o ora o non ci arriva. Ci sono tante persone sulle sue spalle e non è facile“.

Sul derby in programma dopo la sosta:
“L’Inter gioca in casa, vero? Allora dico 60-40 per l’Inter. In campo c’è equilibrio“.

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