Maignan 7: Il portiere francese si conferma ancora una volta fondamentale per la sua squadra. Protagonista di un intervento decisivo su Isaksen a fine primo tempo, con un’uscita non perfetta ma corretta dal punto di vista posizionale. Nulla può sul gol di Zaccagni, ma si supera su Noslin con un intervento spettacolare. Solido come sempre.
Tomori 6: Prestazione complessivamente sufficiente per il difensore inglese. Non senza sbavature, ma riesce a contenere Zaccagni con grande determinazione. Non sempre perfetto, ma ha il merito di non cedere sotto pressione. Mostra una buona dose di carattere.
De Winter 5: Prestazione preoccupante per il difensore belga, soprattutto nel primo tempo, dove commette errori che mettono in difficoltà la squadra. Cresce leggermente nella ripresa, ma la sua disattenzione in occasione del gol di Zaccagni pesa. Non riesce mai a dare sicurezza alla difesa.
Pavlovic 6: Nonostante l’ammonizione ricevuta dopo soli due minuti per colpa di Estupinan, il difensore serbo dimostra solidità e affidabilità. Le difficoltà iniziali non lo compromettono e riesce a mantenere la calma, evitando ulteriori rischi. Un pilastro difensivo nella seconda parte di gara.
Saelemaekers 5: Una delle sue prestazioni più deludenti da quando è tornato al Milan. La sua performance è ben al di sotto delle aspettative, con la squadra che, soprattutto nel primo tempo, fatica a creare occasioni e lui che non riesce a fare la differenza in attacco. Mai pericoloso, mai incisivo.
(dal 64′ Nkunku 4): L’ex Chelsea è ormai un caso. Entra in campo senza riuscire ad incidere in alcuna fase del gioco. Inattivo e spesso fuori dal gioco, non offre alibi alla sua prestazione, che resta insufficiente. Il dubbio che i 37 milioni spesi per lui possano essere stati un errore comincia a farsi sempre più insistente.
Ricci 5.5: Prestazione deludente per il centrocampista, che non riesce mai a dettare il gioco. Si alterna nel ruolo di regista con Jashari, ma la sua gestione della palla non è mai davvero incisiva. Si fa notare poco, sia nelle azioni di costruzione che negli inserimenti offensivi.
Jashari 6: Cresce con il passare dei minuti e offre qualche spunto interessante, soprattutto in fase di impostazione. Un passaggio illuminante nella ripresa consente a Estupinan di servire Leao per un’occasione che poteva cambiare la partita. Lento a entrare in partita, ma migliora nella seconda frazione.
Rabiot 6: Il francese è uno dei pochi a tenere alta la bandiera nel primo tempo complicato. Si carica la squadra sulle spalle nei momenti più difficili e, nella ripresa, non commette errori, dando equilibrio alla squadra. Una delle note positive in una serata in cui molti non sono riusciti a brillare.
Estupinan 5: Prestazione insufficiente per l’esterno, che nel primo tempo è spesso impreciso e in difficoltà. Costringe Pavlovic a un fallo e non riesce a proporre soluzioni convincenti in fase offensiva. Meglio nella ripresa, quando trova qualche spazio, ma l’assist per Leao, sciupato dal portoghese, è l’unica vera nota positiva.
(dall’87’ Bartesaghi sv): Entra troppo tardi per poter avere un impatto significativo sulla gara.
Loftus-Cheek 5.5: Fatica enormemente nel ruolo di centravanti, non riuscendo a gestire la palla né a tenere la posizione. Pochi spunti positivi e diverse difficoltà nei duelli aerei, dove non inquadra mai la porta. È evidente che il suo adattamento alla posizione non è riuscito come sperato.
(dal 80′ Pulisic sv): Troppo poco tempo in campo per essere giudicato adeguatamente.
Leao 5: Una serata sotto tono per il portoghese, che fallisce una clamorosa occasione da gol al 70′ su assist perfetto di Estupinan. La palla gli rimbalza davanti e, da pochi passi dalla porta, non riesce a concretizzare. La sua delusione è palese e la sua prestazione non all’altezza degli standard a cui ci ha abituato.
Allegri 5.5: Un primo tempo pessimo, senza idee e con una squadra che sembra smarrita. Il secondo tempo è leggermente migliore, con qualche reazione, ma rimane evidente la differenza tra titolari e riserve. Il tecnico dovrà lavorare per trovare la giusta alchimia, perché la squadra non è riuscita a mettere in campo il gioco che ci si aspettava.
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