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L’ex-Milan Mattia Caldara si ritira dal calcio giocato

L’ex-Milan Mattia Caldara si ritira dal calcio giocato

È arrivato in mattinata l’annuncio di Mattia Caldara e del suo ritiro dal calcio giocato. Il difensore, ormai ex, ha avuto una carriera segnata dalla sfortuna e da una lunga serie di infortuni che l’hanno compromessa e troncata sul nascere. È impossibile non ricordare come, dopo le ottime stagioni all’Atalanta, fosse considerato una delle migliori promesse del calcio italiano. Rientrò alla Juve dopo il prestito e passò poi al Milan nel 2018 nella famosa operazione che coinvolgeva anche Bonucci e Higuain.
Il Milan doveva essere la tappa della sua consacrazione, ma invece proprio in rossonero ha subito i due bruttissimi infortuni al ginocchio che ne hanno condizionato la carriera. Quando un giocatore dà l’addio al calcio a 31 anni significa che qualcosa, purtroppo, è andato storto, e il caso di Caldara ne è un esempio doloroso.
Noi riportiamo l’inizio della sua lunghissima lettera di addio al calcio (pubblicata sul sito di Gianluca Di Marzio), un passaggio centrale legato al periodo sfortunatissimo al Milan e la parte finale.

La lettera di Caldara

“Caro calcio, io ti saluto. Ho deciso di smettere. No, non è stato facile deciderlo. Non lo è neanche scrivere queste parole. ‘Caro calcio, io ti saluto’. Continuo a rileggerle. Forse è un modo per accettarlo. Accettarlo un po’ di più. Ora ho trovato un po’ di tranquillità. Ma ci ho messo un po’ per prendere questa decisione. Tutto è nato a luglio dopo una visita da uno specialista: ‘Mattia non hai più la cartilagine della caviglia. Se continui tra qualche anno dovremo metterti una protesi’. Il mio corpo mi aveva tradito. Questa volta, forse, in modo definitivo.

L’inizio della fine
Sono arrivato al Milan. Era la mia grande possibilità. In quei colori erano racchiuse le mie speranze. Ottobre, un allenamento come tanti altri. Stavo correndo, all’improvviso una sensazione mai provata prima, come se qualcuno mi avesse sparato sul tendine. Pensavo che qualcuno mi avesse calpestato la caviglia. Mi ero voltato a guardare: non c’era nessuno. Ricordo la faccia di Maldini mentre ero sul lettino. Leggevo il dispiacere sul suo volto: avevo capito tutto. Mesi per recuperare, a marzo ero pronto per scendere in campo. Sono rientrato in Coppa Italia contro la Lazio.
‘Mattia Caldara è tornato’. Ero pronto per il mio debutto in campionato. Musacchio era squalificato, sarebbe toccato a me. Sarei tornato a giocare in Serie A, finalmente. Quanto avevo aspettato quel momento. Mi sentivo bene. Mi sentivo bene anche in quell’allenamento del giovedì. Avevo aspettato quel momento per un anno. Tutto finito in pochi secondi. Ho quell’immagine davanti a me. Borini mi cade sul ginocchio. ‘Crack’. Mi sono rialzato in piedi per tornare a correre, non potevo essermi rotto ancora. Appena ho appoggiato il piede sono crollato a terra. La gamba non mi reggeva, il mio ginocchio era spappolato. Un suono, un secondo, un istante. La mia anima era devastata. Qualcosa era cambiato in me. Dal tendine mi ero ripreso, il ginocchio era diverso. Lo sentivo. ‘Non tornerò più quello di prima’. Una pagina della mia vita si era chiusa per sempre. Io ancora non lo sapevo. In quella settimana la mia vita è cambiata. Cambiata per sempre. La mia testa non era pronta per sopportarne le conseguenze. ‘Mattia Caldara è finito’.

Ciao calcio, sono pronto a salutarti. L’ho fatto. Mi sento più leggero. Mi sento libero di essere me stesso, finalmente. Ripongo questa penna sul tavolo. Mi posso alzare da questa sedia e iniziare a camminare.
Si abbassa il sipario. In campo ora c’è Mattia”.

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